
ROMA – “Non esiste alcun impedimento formale o giuridico alla mia presenza al Conclave tra gli elettori del nuovo Pontefice”. Queste le parole del cardinale Angelo Becciu alla vigilia della prima congregazione dei cardinali che si è tenuta questa mattina in Vaticano. Becciu, che è stato invitato, si trova al centro di una questione che potrebbe spostare gli equilibri del prossimo Conclave.
Sardo della provincia di Sassari, 76 anni, Angelo Becciu nel 2020 viene sollevato dal suo incarico da Papa Francesco e privato dei “diritti” da cardinale, compreso il diritto di partecipare a un Conclave. La scelta è legata a un’indagine sui fondi della Segreteria di Stato e a presunte operazioni finanziarie opache, tra cui l’acquisto di un immobile di lusso a Londra.
Becciu è il primo cardinale nella storia a essere processato da un tribunale vaticano ordinario. Il procedimento si chiude a dicembre 2023 con una condanna a 5 anni e 6 mesi di reclusione per peculato e abuso d’ufficio, oltre a una multa. La condanna, però, non è ancora definitiva: Becciu fa ricorso in appello e continua a professare la propria innocenza. La sua difesa insiste sul fatto che il processo sarebbe stato “politico”, influenzato da dinamiche interne al Vaticano. Qualora Becciu fosse riammesso i cardinali elettori sarebbero 136.
“Richiamandomi all’ultimo Concistoro (quello nel quale è divenuto cardinale Arrigo Miglio, già arcivescovo di Cagliari e che accolse Bergoglio nella sua storica visita del settembre 2013) il Papa ha riconosciuto intatte le mie prerogative cardinalizie in quanto non vi è stata una volontà esplicita di estromettermi dal Conclave né la richiesta di una mia esplicita rinuncia per iscritto. L’elenco pubblicato dalla Sala Stampa non ha alcun valore giuridico e va preso per quello che è”, argomenta il porporato sardo che attende ora di sapere se sarà tra gli elettori del successore di Bergoglio.