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Traffico di rifiuti illeciti a Prato e Pistoia: 10 indagati. Secondo l’accusa avrebbero sfruttato anche l’emergenza alluvione

Traffico di rifiuti illeciti a Prato e Pistoia: 10 indagati. Secondo l’accusa avrebbero sfruttato anche l’emergenza alluvione

Foto diffusa dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri (Foto d’archivio)

PRATO – La Procura della Repubblica, guidata dal dottor Luca Tescaroli ha contestato a 10 persone, alle quali è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini, i reati di: attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva.

L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Noe sotto la Direzione distrettuale antimafia di Firenze e riguarda un presunto traffico di rifiuti tessili tra le province di Prato e Pistoia.

L’inchiesta, iniziata a febbraio 2023, è stata condotta con pedinamenti, videoriprese e altre attività tecniche. Dall’analisi delle modalità di rinvenimento e sequestro di molteplici sacchi neri abbandonati, gli investigatori hanno focalizzato l’attenzione su una presunta organizzazione composta da persone di origine campana.

Sarebbero stati gestite in maniera illecita quasi 100 tonnellate di rifiuti, consentendo risparmi sui costi di gestione dei rifiuti per diverse decine di migliaia di euro. I sacchi neri con gli scarti sarebbero stati abbandonati in terreni o capannoni in disuso occupati abusivamente o lungo le strade, sfruttando anche la presenza, sulle strade cittadine, dei rifiuti prodotti dall’alluvione che nel novembre 2023 ha colpito le province di Prato e Pistoia, considerando l’evento alluvionale come una opportunità per disfarsi più facilmente dei sacchi neri.

Secondo quanto spiegano i militari del Noe in un comunicato, “partendo dal centro nevralgico delle attività illecite di Montemurlo e Prato, sono stati coinvolti i comuni di Quarrata, Serravalle Pistoiese, Pistoia e la stessa città di Prato, dove sono stati individuati i siti di produzione e abbandono degli ingenti quantitativi di rifiuti, oggetto dell’illecito traffico”.

I meccanismi dei traffici, evidenziano ancor gli investigatori, erano collaudati: dalla redazione di falsa documentazione indicante inesistenti società utilizzate per noleggiare mezzi con cui trasportare i rifiuti all’individuazione di capannoni in disuso utilizzati all’insaputa dei proprietari, dai trasporti talvolta preceduti da una ‘staffetta’ per evitare controlli da parte delle forze dell’ordine all’abbandono di diverse tonnellate ad ogni singolo trasporto in diverse aree di Pistoia e Prato. Coinvolti complessivamente nelle indagini undici persone e tre società tessili gestite da italiani e cinesi. 

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